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mercoledì pagina 28 gennaio 20145 2 Poco alla volta il Napoli sta ritrovando le su pedine. E’ stata una prima parte di stagione strana. Prima i mondiali, che per i reduci hanno comportato un note- vole ritardo. Poi il preliminare di Champions che ha dato una mazzata non indifferente al morale di alcuni giocatori (il Pipita su tutti), e alle casse tanto care al presidente azzurro. Tanti spiegazioni (non parliamo di alibi o attenuanti) ad un cammino francamente deficitario. Perché tale è stato: il Napoli ha perso la possibilità di giocare la Champions e di lottare per lo scudetto praticamente entro il 15 settembre. Certo, gli obiettivi non mancano lo stesso. Ma non è quello che ci eravamo immaginati ad inizio agosto. C’è un 3°/2° nel mirino, c’è una Coppa Italia da difendere, una Europa League cui dare l’assalto. Ma per farlo serve prima di tutti recuperare al meglio tutti i giocatori. Non sarà possibile in tempi stretti per Insigne, e questo non è colpa di nessuno, ma per lgi altri, soprattutto per uno di essi, Benitez dovrà dare il massi- mo. All’inizio della stagione erano stati i gol di Callejon a tenere a tenere a galla il Napoli, adesso ci sta pensando il Pipita. Resta il fatto che gli altri mancano del tutto all’appello. E se Insigne è giustifi- cato, e Hamsik sta dando segnali di risveglio almeno per ciò che concerne le prestazioni, il ritardo di Mertens è quello che maggiormente desta preoccupazioni. Lo scorso anno anche era partito a rilen- to, ma poi a gennaio si era sbloccato. Si pensava fosse un problema di ambienta- mento. Adesso la situazione è molto più preoccupante. Perché nel frattempo il giocatore si è come immalinconito. Vuole giocare di più, e no ne fa un miste- ro. Gli sta stretto il ruolo di dodicesimo uomo, quello da buttare nella mischia per sparigliare le carte sul finire della gara. Vorrebbe giocare di più, ma per lui in effetti c’è sempre meno spazio. Si pensava che l’infortuni di Insigne potes- se permettergli di giocare di più. Ma prima la botta in testa rimediata con la nazionale, poi l’esplosione di De Guzman lo hanno riportato per assurdo ad un minutaggio ancora inferiore. Lunedì sera l’ennesima delusione. Non solo non ha giocato titolare, ma quando si è trattato di dare il cambio a De Guzman Benitez ha mandato in campo Gabbiadini. Una rondine non fa prima- vera, ma il fatto che con la partita ancora in bilico sia stato preferito l’ex doriano non è una bella cosa. Anche perché ad uscire non era stato Callejon, ma proprio De Guzman. Fosse uscito lo spagnolo ci stava pensare che Benitez aveva pensato a Gabbiadini che si trova più a suo agio sulla fascia destra. Essendo uscito l’olan- dese non si può neanche fare questo ragionamento. Mertens ci soffre, ed ha perso anche sicurezza. Lo si vede da come calcia i rigori. In passato era perfetto. Le rare volte in cui gli era toccato tirare non aveva avuto tentennamenti. Quest’anno ha calciato tre volte. Col Parma ha segnato, ma rischiando moltissimo. Contro la Juve a Doha non solo non era nei cinque incaricati inizialmente, non è stato neanche il sesto, ma addirittura il settimo, per altro sbagliando. Ed ha sba- gliato anche in Coppa Italia. Contro l’Udinese la sua insicurezza lo ha porta- to a cambiare metodo di tiro. Lui che era abituato a piazzare la palla, ha cercato solo la potenza, colpendo la traversa. Poi non ha tirato il secondo rigore in partita, e non ha calciato nessuno dei cinque alla fine dei supplementari. E’ altamente improbabile che l’allenatore abbia deci- so di cambiare, è chiaro che è stato lui a non sentirsela. Questo è sintomo di un momento difficile soprattutto dal punto di vista psicologica. E sta a Benitez recu- perare il calciatore, ovviamente senza penalizzare la squadra. Ma Mertens è troppo importante per essere lasciato indietro. Il Napoli ha bisogno anche delle sue giocate per chiudere bene una stagione che sin qui ha dato più delusio- ni che altro. diario di bordo Benitez ha una missione recuperare mertens! l ’ editorialedi superbino
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