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lunedì pagina24 novembre 2014 2 Causa la sosta per la Nazionale, questi quindici giorni sono trascorsi con i Rafaeliti (ho scoperto che si chiamano così gli adoratori di Benitez, che s’incon- trano pure in un determinato Caffè di Napoli) in servizio permanente effettivo a decidere chi potesse salire o meno sul presunto carro del vincitore. Qualcuno ha cominciato a sognare ad occhi aperti perfino la grande rimonta sulla Juventus, dando per scontato che la Rometta di questi tempi si potesse man- giare in un sol boccone. Non vi dico neanche quel che ho pas- sato io, vedendo appostare tutti i giorni su Internet il mio editoriale post-Udinese dove chiedevo la testa di Benitez (esone- ro, non dimissioni, per la precisione!), anche “rimontato” in maniera malevola per spernacchiarmi in pubblica piazza (mediatica). Intendiamoci, me lo sono meritato pure, visto che non ho usato il motto che per tanti anni mi ha ispirato della pruden- za e del giudicare frigido pacatoque animo, come ho sempre detto. Ma avevo pensato che tutto stesse per franare, che Benitez avesse mentalmente smobilitato, e chiedevo al Presidente con toni accorati di salvare la stagione. Poi è arrivato il signor Peluso, che di mestiere fa il difensore nel Sassuolo, che ha timbrato la traversa invece di far gol, per fortuna nostra, ed il Napoli ha svol- tato a Sassuolo e piano piano ha messo le cose a posto, cominciando a giocare bene e vincere. In effetti, i sogni non erano peregrini, ed io stesso un po’ devo confessar che li stavo accarezzando. Il ragionamento che un po’ tutti facevamo, al bar, al circolo del tennis, tra amici, era questo: il Napoli ha asfaltato la Roma, ha vinto a Firenze, ha il vento in poppa, Higuain è tornato prepotentemente alla ribalta ed è uno dei pochi a fare la differenza in questo cam- pionato (lui e Tevez, chi più?). Il calendario poi ci dava una mano. Altro ragionamento semplice: la Roma va a Bergamo, campo sempre ostico, l’anno scorso si è salvata a stento, è in crisi di autostima dopo gli schiaffoni presi da Bayern e Napoli, in crisi fisica (non corre più ed ha molti infortunati), in crisi di gioco. Per di più deve giocare in Champions la gara decisiva dopo pochi giorni, e la testa sicuramente va alla Coppa. A Bergamo può perdere, al mas- simo pareggia. La Juventus non è che fosse messa meglio: deve andare a Malmoe a giocar- si la qualificazione, che per il popolo juventino è tutto, molto più del campio- nato, non può rischiare la seconda elimi- nazione in due anni di seguito già al giro- ne, sarebbe un fallimento. La Lazio è comunque all’Olimpico ostacolo alto, vuoi vedere che ci scappa almeno un pareggio? Il Napoli che problema ha, di contro? Nessuno. Zeman è un allegrone in dife- sa, mancano pure Conti, che in passato ci ha punito spesso, e Sau, il loro migliore attaccante. Dato lo stato di salute fisico e mentale del Napoli, sarà una formalità. E la rincorsa continua. E qualche punto verrà rosicchiato. Scusate, ma come dare torto a chi ha ragionato così? Poi arriva il sabato male- detto, la Roma va sotto subito e dalle case napoletane sale il boato al cielo, De Sanctis ne combina una delle sue e Baselli lo grazia colpendo la traversa - maledizione! sarebbe stato il fatale 2-0 - , poi il tanto criticato Destro orchestra due ripartenze letali e la Roma rimonta e sorpassa. E vince pure, restando inguar- dabile nel secondo tempo. Fuori una. Arriva la sera e la Juve passeggia all’Olimpico con i suoi fuoriclasse Pogba, sontuoso, ed il solito Tevez: 3-0 e tutti a casa. Al Napoli non resta che rispondere, e nel frattempo blindare il terzo posto approfittando del derby che è chiaro come il sole che finirà 1-1, da scommet- terci. Il derby della Madunnina finisce infatti così. Quel che non si poteva prevedere era che oil Napoli facesse i suoi soliti 3 gol, dato l’attacco che ha, ma che…. ne pren- desse altrettanti! Esattamente due mesi, fa di sera, 3 giorni dopo il mio sciagura- to editoriale che per molti ormai è il mio indelebile marchio d’infamia (prrrr! È una pernacchia, sissignori!), il Napoli aveva fatto la stessa identica cosa con il Palermo. No, avete capito bene, non il Chelsea, non il Borussia Dortmund, il Palermo. Un film già visto. Un remake mal riusci- to ed indesiderato. Il Napoli è ricaduto nei sui errori e nelle sue ubbie. 2-0, poi 3-2, ma niente da fare. Il Napoli-cicala è tornato, spazzando via quelle fresche e recenti certezze di squadra equilibrata che negli ultimi tempi stava faticosa- focus Due “inDizi” che fanno una prova
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