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martedì pagina16 dicembre 2014 2 Diciamoci la verità: era difficile immaginare che potesse andare meglio il sorteggio per il sedicesimi di finale di Europa League. Per uno strano scherzo del destino nell'urna due, quella delle squadre non teste di serie, quelle in cui il Napoli avrebbe trovato l'avversaria, c'erano squadre che per il nome, la tradizione e tutto sommato anche per la forza tecnica erano addirittura superiori a quelle della prima urna. Il pericolo di essere sorteggiati subito con una squadra molto forte era elevato: per altro basta vedere quello che è capitato alla Fiorentina, che si è vista appioppare il Tottenham. Alla fine sono arrivati i tur- chi del Trabzonspor: per amor di Dio, non sarà una passeggiata, soprattutto la gara di andata. In Turchia diciamo che il pubblico solitamente è molto caloro- so. Però poteva andare molto peggio. Anche se i Turchi, giustamente, si dicono ottimisti sul loro cammino, e parlano addirit- tura di ambire alla finale di Varsavia, è chiaro che il Napoli parte coi favori del pronostico. Il che non vuol dire molto, sia ben chiaro. Perché anche in estate con- tro il Bilbao la squadra par- tiva i favori del pronostico ed è finita come è finita. Ma meglio i turchi che gli ingle- si, non c'è dubbio. Il Napoli deve a questo punto della stagione a nostro avviso iniziare dav- vero a pensare all'Europa League come il traguardo più importante dell'anno. Chiariamo un concetto: il fatto che vincere l'Europa League assegni un posto in Champions è un bell'incen- tivo, ma sarebbe riduttivo pensare una cosa del genere. Una società di calcio non ha per scopo sociale quello di aumentare il fatturato: lo scopo dichiarato è quello di vincere trofei: più se ne vin- cono meglio è. L'Europa League è un trofeo di tutto rispetto: non vale la Champions, non vale il campionato (almeno in Italia) ma rappresenta pur sempre un trofeo prestigio- so. Per altro, è sempre bene ribadirlo, nella sua ultra ottuagenaria storia, il Napoli non è che abbia la bacheca così piena da poter- si permettere di essere schizzinosi e dire la Champions sì, l'Europa League non ci interessa. La congiuntura che si è creata in questa manifesta- zione è tale che il Napoli può davvero giocarsela. Lo ribadiamo: non c'è nessuna squadra che è decisamente superiore. Ce ne sono cin- que o sei di altissimo livel- lo, ma sono tutte squadre con e quali il Napoli non parte battuto. Se l può gio- care. Siamo in un momento di transizione. La stagione di Benitez a Napoli volge al termine: a meno di clamoro- si copi di scena non firmerà il rinnovo. Ma siamo certi che pagherebbe di tasca sua per lasciare un altro segno. Lui mentalmente è fatto per questo genere di competi- zioni. Gare secche, in cui dare tutto. E' fatto molto meno per il campionato, in cui la continuità di rendi- mento è più importante di ogni altra cosa: ma la sua storia insegne che nelle Coppe non è secondo a nes- suno. Ha vinto una Champions, un'altra Champions l'ha persa in finale; poi ha vinto una Coppa Uefa a Valencia, una Europa League col Chelsea, un mondiale per club con l'Inter, più varie Coppe nazionali in Inghilterra ed in Italia (col Napoli). E' l'alle- natore ideale per queste par- tite. I turchi non sono gli ulti- mi arrivati, ma non sono certamente uno squadrone insuperabile. Poi diventerà tutto più complicato. Ma è giusto così. Se si vuol vin- cere prima o poi bisogna superare i migliori. Questo Napoli può farcela. A patto che si trovi un accordo tra allenatore, squadra e anche società: si sotterra l'ascia di guerra, si rema tutti nella stessa direzione, poi sem- mai in estate chi vuole andrà via. Ma a tutti convie- ne a questo punto vincere qualcosa di importante. diario di bordo E’ andata bEnE a trovarE i turchi l ’ editoriale disuperbino
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