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sabato pagina18 ottobre 2014 2 Una cosa possiamo dirla con certezza: le voci della cessione del Napoli da parte di De Laurentiis ad una cordata facente capo allo sceicco del Qatar hanno spiazzato in un certo modo la società. In casi del genere ad essere sinceri è difficilissimo replicare. Qualsiasi cosa fai può essere interpreta in vari modi, per cui c'è il rischio di sbagliare appena ti muovi, ed al tempo stesso di sbagliare anche a resta- re fermi. E' di tutta evidenza che una trattativa del genere è bene che sia tenuta segreta. In questo caso soprattutto da parte dell'ipotetico vendi- tore. Il perché è facilmente intuibile: una volta trapelata la voce la spinta popolare verso la cessione è enorme. Ed è una cosa che toglie potere contrattuale al proprietario. De Laurentiis si trova oggettivamente in una situazione di forza. Non ha nessuna necessità di vendere la società. I conti sono in ordine, continua ogni anno a chiudere il bilancio in attivo, ha anche un utile personale. Insomma, può tranquillamente andare avanti, aspettare la proposta che lo accontenti del tutto. Nn ha l'acqua alla gola, creditori sull'uscio di porta, ingiunzioni fallimentari o cose del genere. Tutt'altro. Ha insomma il coltello dalla parte del manico: non deve vendere, può vendere, ma alle sue condizioni. E' chiaro che voci di un possibile arrivano di uno sceicco, con tutto quel che consegue, pos- sono cambiare in parte le carte in tavola. La sin qui latente, ma no troppo, contestazione popolare potrebbe essere alimentata da certe ipotesi. La gente spingerebbe per fargli lascia- re posto a chi ha la possibilità di fare grandi investimenti. Bilanci in ordine, nessun credi- tori, ma una città che non ti vuole più. Cambierebbe molto. Ecco perché la società sin qui non ha reagito in nessun modo, nessuna conferma, ci man- cherebbe, nessuna smentita, che finirebbe solo con l'alimentare certe voci. C'è una cosa che nella vicenda della trattativa per la cessione del Napoli ai qatarioti lascia sorpresi: l'assordante silenzio della società. In città non si parla d'altra, sui mass media c'è una spaccatura decisa tra chi dice di sapere della trattativa e chi giura che si tratta di una bufala, ma la società tace del tutto. Si dirà: qualche settimana fa ha fatto un comunicato che smentiva del tutto ogni forma di trattativa. Si dirà ancora,a giusta ragione: smentire non vale a nulla, permette solo di parlare ancora della vicenda. Tutto giusto, per amor di Dio. Ma i conti con- tinuano a non tornare. Perché in una normale dialettica in un caso del genere di prammatica c'è il comunicato di smentita. Al limite se non si vuole usare uno strumento ufficiale, quasi a non voler dare il minimo peso alla cosa, si usa un criterio di smentita indiretta, qualche dichiarazione che senza entrare nel merito della cosa va in direzione decisamente oppo- sta. Ad esempio una intervista in cui si parla di progetti futuri di sviluppo della società. Nulla di tutto questo. C'è un silenzio imbaraz- zante che si presta a mille letture. Chi vi scrive non si sarebbe fatto minimamen- te influenzare da un comunicato di smentita, ed al pari non ritiene significante il fatto che questa smentita non sia arrivata. Il silenzio in questo caso non è necessariamente assenso. Resta però una situazione anomala. Proprio perché spiazzante. Non tanto nei confronti dei mass media, ma soprattutto dei tifosi. Che da una parte vedono una marea montante sempre più imponente, voci sempre più detta- gliate, anche se a volte si fa fatica ad inca- strarle tra loro. Dall'altro il silenzio. C'è una grossa novità rispetto al passato: oggi tutti danno per certo il fatto che il presidente è disposto a cedere. C'è chi crede alla trattativa con i qatarioti, chi coi cinesi, si era parlato anche di americani, altri hanno parlato di imprenditori di Taiwan. Può essere che ci sia qualcosa di vero in tutto ciò. Se De Laurentiis è entrato nell'ordine di idee di vendere, non è che ha esso un annuncio su un quotidiano ed è in attesa di una telefonata. Avrà dato manda- to ad una società di intermediazione che si sarà proposta a vari gruppi potenzialmente interessati. Ci sta che si possa parlare di qata- rioti, ma anche di americani eccetera. E non ci stupiremmo se tra poco venisse anche fuori qualche altro gruppo. Sarà quel che sarà. A noi risulta un fortissimo interessamento dello sceicco del Qatar, ne parliamo da almeno un mese. Abbiamo capta- to anche voci di una chiusura della trattativa già avvenuta o imminente, che potrebbe esse- re annunciata in occasione della Supercoppa che si giocherà proprio in Qatar a fine dicem- bre. A questo punto, essendo evidente che queste voci non sono giunte solo a noi, ma ormai rimbalzano su tanti mezzi di informazione, e finanche i bookmakers inglesi danno l'opera- zione quasi per definita, la società non può e non deve tacere. Sia ben chiaro, non ci aspet- tiamo che confermi il tutto: certe operazioni necessitano di riservatezza, ed è giusto che vengano tutelate n ogni modo. Lo abbiamo detto: nessuno crederebbe del tutto ad un comunicato di smentita, ma qualcosa andreb- be fatta. Non è possibile far finta di nulla. E' un silenzio che lascia perplessi, questo si. E' come se la società in questo momento non sapesse cosa dire o cosa fare. Questo lascia perplessi non tanto i giornalisti, ma i tifosi. li pe
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