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focus Una vera Pi lunedì pagina10 novembre 2014 2 ita d’oro l ’ editorialedi U mberto C hiariello lunedì 10 novembre 2014 pagina 3 qualità, e vede partorire un topolino al calcio- mercato dove gli dicono di arrangiarsi, e lui si va a prendere i Michu, i Koulibaly (sotto osservazione da tempo), i de Guzman ed i David Lopez, costretto a puntare sull’acerbo - oltretutto reduce da un grave infortunio - Rafael. Benitez tace e lavora a DImaro, aspettando il grande colpo, ma De Laurentiis gli fa sape- re che si potrà investire solo negli ultimi gior- ni se si passa il turno di Champions, che vale 38,5 milioni di euro minimo come poi si è saputo dalle cifre pubblicate dalla UEFA. Il tesoretto vero sta solo lì. Il Napoli si raccoglie alla spicciolata, con 14 reduci dal Mondiale, Rafa lavora con un grup- po ristretto, ed ostinatamente manda in campo contro il Bilbao quello che ha allenato, con la sola doverosa eccezione di Higuain, messo in campo e rattoppato in tutta fretta. Il Napoli esce malamente dalla Champions e Benitez, sapendo di aver fallito la qualifica- zione, non può parlare, avendo le sue colpe. Ma medita l’abbandono, dopo aver rifiutato a giugno un rinnovo milionario (9 milioni in due anni). Qui poi le valutazioni le fa ognuno come le vuole, ognuno ha il suo carattere. Un altro magari si buttava nel lavoro a capofitto, schiumava rabbia, o alzava la voce e sbatteva la porta. Non è questo il carattere di Benitez, che è riflessivo, pacioso, ma – attenzione – non per questo debole, anzi. Solo che è deluso, si va a ritemprare dalla famiglia, il rapporto con il Presidente è ai minimi termini e la squadra in fibrillazione, con i big delusi dal mancato arrivo di altri big, dall’uscita dalla Champions che è una vetrina irrinunciabile, da certe sirene di mercato che fanno davvero venire il mal di pancia (vedi Callejon). In questo marasma il Napoli comincia molle, male, senza testa, a partire dal suo con- dottiero, deluso in tutto e per tutto. E deluden- te a sua volta. Non mi piacciono le dichiara- zioni di Rafa prima della partita col Bilbao, non mi piace la formazione ed i cambi fatti a Bilbao (perché 3 giorni dopo a Genova gli esclusi eccellenti giocano?), non mi piace il folle turn-over di Udine in campionato con Zuniga ala destra e Mertens, autore in coppa di una doppietta ed il morale a mille, fuori anco- ra una volta. Lì mi sono spaventato, lo ammetto, ed ho alzato la voce, e gridato che il Re è Nudo, che voleva significare: attenti tutti, qui si va alla deriva se non si fa qualcosa, è un punto di non ritorno. Altro che stagione tribolata, come andavo dicendo via via che il Napoli perdeva colpi. Ho temuto il tracollo. Ho pensato che Benitez non avesse più voglia di stare a Napoli, ed un allenatore contro voglia non si tiene, va allo0ntanato. Questo mi diceva l’e- sperienza di tanti anni. Prima che la frittata fosse fatta e si profilasse una stagione terribile, nonostante la squadra fosse forte (seppur incompleta), come ho spiegato prima. Insomma, mi sono spaventato. Non si chie- de l’esonero di un allenatore dopo 3 giornate, ne convengo. Non l’avevo mai fatto. Specie poi se l’allenatore si chiama Rafa Benitez, plu- ridecorato, che a Napoli ha portato una filoso- fia nuova, di gioco divertente e non sparagni- no, che condivido in pieno (meno l’applica- zione in campo, l’integralismo tattico e la mancanza a volte di sano pragmatismo, che non significa – intendiamoci - ritorno al calcio all’italiana, che aborro, sia chiaro: mica sono Liberato Ferrara che vorrebbe ancora il libero staccato e le marcature a uomo!). Cosa è suc- cesso dopo il nadir di Napoli-Palermo, il punto più basso della gestione Benitez, con la squa- dra subissata di fischi, che ha generato una così potente riscossa? Tante cose. Prima di tutto Benitez si è rizzelato delle cri- tiche ed ha reagito da hidalgo orgoglioso quale è. Non le mie, o voi sciocchi che fate ironia dicendo che Benitez si è ripreso ascoltando me, prendendomi chiaramente per i fondelli! Io parlo degli organi nazionali d’informazio- ne, tv e stampa, tanto per dire conservo anco- ra la prima pagina della rosea che lo ha defini- to in confusione, e tutto un coro unanime nel ritenerlo in difficoltà. So di essere poca cosa nel panorama calcistico, non vi preoccupate, però ho il mio seguito e ne sono contento.Magari si saranno parlati Rafa ed il Presidente (come sembra dalle cronache) ed avranno trovato un minimo d’intesa, non è da escludere. Fatto sta che Benitez ha saputo invertire la rotta, è stato bravissimo nel recupe- rare un talento in via di smarrimento come Insigne, che ora ci mancherà molto, troppo secondo me, il miglior rifinitore della serie A, se ne era accorto pure Conte, è quanto dire. Ed ha immesso David Lopez e Gargano nel motore, incurante delle critiche, per rinsaldare la difesa. Hamsik, di sua sponte o perché d’ac- cordo col tecnico, si è abbassato di 15 metri dando maggior sostegno alle ripartenze ed al centrocampo. E sono esplosi 2 giocatori. Non Callejon, che aveva trovato da subito – dopo gli errori di coppa – la porta come solo lui sa fare con coordinazione mirabile, tanto da esse- re addirittura il capocannoniere del campiona- to con 8 centri in 11 partite. Non tanto Ghoulam, che da quando è rien- trato stabilmente in squadra, sarà un caso, la difesa ha cominciato a trarne giovamento ed anche la manovra della squadra, garantendo l’algerino le due fasi di gioco. Non tanto Jorginho, che pure è apparso notevolmente in ripresa. Ma Kalidou Koulibaly, che dopo le incertezze iniziali, ha sbalordito tutti presen- tandosi in pochi mesi al campionato come uno dei difensori più forti in circolazione, gigan- teggiando contro la Roma e salvando il risul- tato a Firenze. E soprattutto si è sbloccato il Pipita. Zero gol in 7 partite, un rigore sbagliato pagato a caro prezzo col Chievo, seppure in coppa non aveva fatto mancare il suo apporto né in cam- pionato i suoi preziosi assist a Callejon, il suo compare galactico. Gonzalo era un giocatore in evidente disagio psicologico. Poi la tripletta pleonastica col Verona l’ha svegliato dal suo torpore di bomber stanco. Ed è tornato morti- fero. Va in gol da 4 partite consecutive, ha segnato 6 gol in queste gare, pur mancando un altro rigore decisivo, trascinando con le sue giocate (mamma che slalom ieri a Firenze) tutta la squadra della quale è ormai il leader naturale. Un po’ per merito di Rafa, che si è reso più avveduto nei cambi, non nel modo di giocare, vedi Gargano ed Henrique messi in campo al momento opportuno per portare a casa il risultato nelle ultime due partite, molto per la crescita fisica e psicologica dell’organi- co, tanto ha potuto l’esplosione del suo fuori- classe che – ripeto, ce l’abbiamo solo noi - il Napoli ha preso a volare. E che ora non si fermi più. Qua la mano Rafa, che pace sia fatta. In regalo anticipato ai napoletani per Natale è arrivato un Pipita d’Oro.
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