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giovedì pagina 29 gennaio 20145 2 Ho perso il conto delle volte in cui uscendo da Palazzo San Giacomo con enfasi è stata annunciato l’accordo pieno tra Comune e Calcio Napoli per il San Paolo. Non volendo fare il processo alle intenzioni, ci limitiamo a constatare come sin qui tutti gli accordi sono stati disattesi. Questo è un dato oggettivo, sul quale nessuno ha nulla da obiettare. Se le cose andranno come sempre sono anda- te in passato, ci sarà tra poco qualche pic- colo motivo di frizione, che porterà alla rottura, salvo poi, dopo un’estate di tea- trini, con relativa scelta dello stadio di Palermo per giocare le gare casalinghe, si arriverà ad una proroga che consentirà al Napoli di giocare sempre al San Paolo, in attesa di un accordo definitivo da prendere nei mesi successivi. Succederà anche questo? A titolo per- sonale non ho alcun dubbio: ma aspettia- mo, che problema c’è? Può darsi che sia la volta buona. Lo scrivo senza crederlo. In tutte le dichiarazioni di ieri, sarò stato distratto, non si è parlato di soldi. Ossia di chi metterà questi soldi. Il Comune anche se volesse, non li ha. De Laurentiis non vuole, su questo aspetto possiamo anche esporci: il presidente azzurro non ha nessuna intenzione di mettere mano al portafoglio. E’ allergico alla cosa. Adesso, non ci sono dubbi, ver- ranno fuori dei disegni bellissimi sul nuovo stadio. Certo, la pista di atletica (a Napoli nel corso degli anni abbiamo avuto notoriamente meeting straordinari, di livello mondiale….) non si tocca. Per altro abbassare il livello del campo com- porterebbe problemi terribili, visto che si andrebbe sotto il livello del mare: si potrebbe fare, ma chissà quanto verrebbe a costare, quindi perché mettere togliere la pista? L’aspetto ridicolo, non riesco a non dire una cosa del genere, è il riferimento alle altre manifestazioni: ha detto l’asses- sore che Napoli non può rimanere fuori dai grandi eventi. Il riferimento è ai con- certi. Borriello dopo aver annunciato pomposamente l’accordo praticamente ha pensato bene di mettere subito un macigno sul quale lo stesso accordo si infrangerà. Per altro: siamo sicuri che il San Paolo sia la “location” migliore per una cosa del genere? Chi scrive, non essendo un grande esperto di musica, resta dell’idea che Napoli ha un palco- scenico straordinario per la musica, Piazza del Plebiscito. Non si vede perché dover scomodare il San Paolo. Per altro un grande evento da Piazza del Plebiscito anche dal punto di vista delle immagine sarebbe una cartolina straordi- naria per Napoli: farli all’interno dello stadio, al di là della valutazioni sui danni provocati al manto erboso, non ha senso. Se dovesse necessariamente servire uno spazio chiuso, c’è l’Ippodromo, il vec- chio cinodromo, c’è poi tutta la zona della vecchia Italsider da riqualificare. Il San Paolo non sembra l’ideale. Per altro ci è parso di capire che il Napoli dovrebbe mettere mano al por- tafoglio (trattengo a stento le risate) e poi permettere l’utilizzo dello stadio per la musica, oltre per Dio solo sa cosa altro (semmai qualche allegra rimpatriata di amici degli amici dei portatori voti che vogliono provare il brivido di una partita nel Tempio di Maradona). Ora è chiaro che a mio giudizio non si farà nulla, ma rido a crepapelle ricordan- do le parole dell’assessore: i lavori ini- zieranno a luglio. L’unica cosa che mi fa trattenere un po’ è il fatto che non ha detto di quale anno si parla. Perché anche se il Napoli e il Comune di Napoli fosse- ro seriamente d’accordo, ed avessero tro- vato anche i soldi, anche se l’Italia fosse un Paese in cui la burocrazia è snella ed aiuta la gente e non mette il bastone tra le ruote, una cosa del genere non sarebbe ovviamente possibile. Siamo a febbraio, e non c’è ancora nulla: non c’è uno strac- cio di progetto presentato. Non c’è un piano economico. Almeno non ci è dato sapere una cosa del genere. Per cose del genere un po’ di tempo ci vuole. Non molto, perché a livello teorico in tanti si sono cimentati in questi anni in uno stu- dio di fattibilità per rifare il San Paolo. Ammesso e non concesso che in un mese si arrivasse alla scelta del progetto, andrà fatto un capitolato dei lavori detta- gliato. Ed una gara europea per l’asse- gnazione. E poi ci sono i ricorsi. Perché state certi che chi perde, quanto meno qualcuno delle società partecipanti alla gara presenterà ricorso al Tar… E a fine questo fine delle trasmissioni. CDV. diario di bordo La barzeLetta dei Lavori per Lo stadio san paoLo l ’ editorialedi superbino
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