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mercoledì pagina26 novembre 2014 2 Mi diverte sempre quan- do qualcuno dice: ci fosse stato questo o quel giocato- re il Napoli sarebbe primo in classifica. Mi diverto perché mi chiedo: ma come fa a dire una cosa del gene- re? Non esiste a contropro- va, per tutta evidenza. Oggi è di moda sparare sulla croce rossa, ossia su Rafael. Per cui la cosa più semplice e banale che si dice è: ci fosse stato Reina… A me Rafael non dispia- ce. Non credo sia un feno- meno, dubito che lo diven- terà mai, anche se la storia dei portieri brasiliani è par- ticolare. In Italia ne sono arrivati negli ultimi tempi di bravissimi (e dire che il Brasile di grandi portieri non ne ha mai avuti nella sua storia, tranne che negli ultimi 15 anni), e tutti indi- stintamente hanno avuto un ambientamento lentissimo. Iulio Cesar ha fatto panchi- na al Chievo Verona e poi all’Inter , prima di esplode- re; Dida ne ha fatti di disa- stri prima e dopo di essere per un certo momento forse il miglior interprete al mondo del suo ruolo. E ricordate Doni, il portiere della Roma di qualche tempo fa? Anche lui un ini- zio difficile, tanta panchina, errori in serie, prima poi di diventare molto affidabile. Sta succedendo, sembra di poter dire, anche al fiorenti- no Neto, che al primo anno ha fatto panchina a Viviani, l’anno scorso ha giocato, maluccio, quest’anno sta facendo molto bene. E’ quindi ipotizzabile che la stessa cosa possa capitare anche a Rafael, che in Brasile era più o meno un fenomeno, visto quello che ha vinto in tenera età. Il Napoli quando lo ha preso sapeva benissimo quello cui andava incontro. Tanto è vero che il progetto era quello di fargli fare un anno per poi lanciarlo al secondo anno, avendo sempre alle spalle un portiere che desse garanzie. Il progetto azzur- ro era di fare il tutto con De Sanctis? Ricordate tutto quello che accadde due estati fa? Morgan non accettò il ruolo di balia Lui è un tipo particolare, vuole giocare sempre. L’idea di far crescere qualcuno alle sue spalle il primo anno, per poi fargli spazio nel secondo l’anno dopo non gli piaceva affatto. Per questo fu preso Reina. Purtroppo l’anno di apprendistato di Rafel è stato bruscamente interrot- to a Swansea, per il noto infortunio. Il processo di crescita messo in conto non c’è stato. Questa è storia: non sappiamo come sareb- be andata a finire senza l’infortunio, ovviamente, ma il piano originale non è stato portato a termine per causa di forza maggiore. Il discorso legato a Reina è un altro. La verità, per quello che ci consta, ma la fonte è attendibilissima, fidatevi, è che il Napoli non ha mai provato davvero in estate a trattenere il portiere spagnolo. Non ha mai parlato col Liverpool, non ha mai fatto una proposta al manager del calciatore. Lo staff medico del Napoli non rite- neva il calciatore fisica- mente adatto: troppe le per- plessità legate ai suoi muscoli, che già lo scorso anno gli avevano fatto pati- re le pene dell’inferno. Ed i fatti hanno dato ragione al dottor De Nicola ed ai suoi collaboratori: Reina al Bayern Monaco si è infor- tunato dopo cinque minuti dell’unica partita in cui era stato mandato in campo. Anche in questo caso manca la riprova: ma stan- do ai fatti non ha senso dire che con Reina il Napoli sarebbe primo in classifica: con Reina il Napoli avreb- be giocato quasi sempre con Andujar in porta. Diamo fiducia ad Rafael, per altro sin qui di gol presi per colpa sua non è ce ne siano stati tantissimi: i veri danni li hanno fatti altri… diario di bordo Con Reina al napoli ... andujaR in Campo l ’ editorialedi superbino
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